Se dovessi consigliare una città da visitare in giornata, e se dovessi consigliarla per la sua bellezza, direi Pontremoli. Una bellezza intrisa di antichi ponticelli, arcate, sottopassi, non appariscente, non urlata, non eclatante. Discreta, riservata, pudica. Impossibile non amarla, se gli occhi fanno da balcone a un animo ligure. Ma se anche questa bellezza non vi colpisse con la stessa intensità, a giustificare il breve viaggio basterebbe una visita alla Fiera del libro, un tesoro di testi usati e d’occasione disposti su alcune bancarelle che si sporgono sulla centralissima Piazza della Repubblica. Chi ama il mondo dei libri lo sa: Pontremoli è la città del libro, degli “ambulanti” e – non a caso – del Premio Bancarella. Qui, per pochi euro, potete fare un’ottima spesa come ho fatto io: un romanzo giovanile di Herman Hesse, Demian; una biografia dell’Alighieri scritta da Cesare Marchi e uno di quei libri di pregio che non senza stupore qualche ostinata casa editrice si ostina ancora a pubblicare. Parlo di quei cartonati con sovraccoperta che sfoggiano una carta prestigiosa, ad alta grammatura, e si snodano in giochi di testo-immagine estremamente curati. Un prodotto ineccepibile per grafica e contenuto: una raccolta di interviste a decine di artigiani liguri firmate dalla giornalista Marina Seveso e dal fotografo Antonio Amato . Il libro, “La forma della vita. La trasformazione quotidiana della materia nelle parole degli artigiani di Genova e della Liguria”, promosso da Carige, è datato 1989: una vera e propria macchina del tempo che ci riporta indietro di quasi 35 anni.