“La Fontanabuona. Storia e leggenda”, il libro che riporta alla memoria il sindaco Cordano


Dice Giannetto Beniscelli, nel suo Libro del Tigullio (ne abbiamo parlato qui), che “fontanino è un aggettivo per definire un rappresentante di una razza ligure ben individuata (…) ” e che “non importa se la persona è di Calvari o di Favale, di Ognio o di Coreglia. Il giovane che sta a Calvari, sulla direttrice di fondo valle, o il contadino di Baranzolo, tra i boschi della Val Cicana, esprimono sempre mentalità e consuetudini simili”. La Fontanabuona è uno dei rari casi in cui – almeno in Liguria – il campanile cede il passo a un’identità più ampia, che giustifica lo sforzo di redigere una storia comune: una storia che abbracci tutta la valle in un solo sguardo. Il primo a compiere questo sforzo, in un’epoca dove fare ricerca non era cosa banale, fu anche il primo sindaco di Favale di Malvaro dopo la guerra, Antonio Cordano. A lui il Beniscelli stesso si richiama più volte nel suo capolavoro, e a ragione. “La Fontanabuona: storia e leggenda” è però una vicenda editoriale che merita di essere dissotteratta dal baule delle cose vecchie anche per altri motivi.