Genova, il Genoa e la mamma di Lumarzo. L’insopprimibile “liguritudine” di Frank Sinatra


É il 6 gennaio del 1977. Un aereo, il Gates Learjet 24B, decolla dall’aeroporto di Palm Springs. E’ diretto a Las Vegas, dove non arriverà mai. Il suo viaggio termina su un crinale del Passo di San Gorgonio. Qui il velivolo si schianta, per cause sulle quali sono in molti a nutrire ancora dei dubbi, provocando la morte dei 2 piloti e dei 4 passeggeri. Fra di loro, Natalina Maria Vittoria Garaventa, meglio nota come “Dolly” Sinatra, la mamma di Frank. Aveva da poco compiuto 80 anni. Si chiude così, in modo plateale e sotto un alone di mistero, una vita vissuta al massimo. Una vita che aveva subito strappato Natalina, chiamata poi “Dolly” a causa dei suoi lineamenti e della sua fisionomia da bambola (era alta meno di 1 metro e 50), ai suoi luoghi natali.

Fra chi presenziò al celebre concerto genovese del giugno 1987 – bissato due giorni dopo da un’esibizione al Covo di Nord Est, che quella sera toccò probabilmente l’apice della sua epopea – Sinatra fu molto preciso nell’indicare il paese in cui sua madre vide la luce, il 26 dicembre 1896: Rossi di Lumarzo.