Insetti si, o insetti no? La domanda sul futuro della nostra cucina appassiona, divide le persone – in realtà in fazioni numericamente sbilanciate, almeno per il momento – accende gli animi dei tradizionalisti da un lato e dei sostenitori di una nuova fonte proteica animale, se non più appetitosa almeno più “verde” di quella che oggi troviamo nei supermercati. Non è la prima volta che i tentativi di cambiare i gusti alimentare degli italiani, e in particolare dei liguri, si scontrano con pregiudizi molto radicati.
E’ il 14 luglio 1792 quando la Società Patria per l’incoraggiamento delle Arti e dei Mestieri della Repubblica di Genova iscrive don Michele Dondero fra i propri soci. Un riconoscimento di grande valore, perché Don Michele è un semplice parroco, un uomo di campagna avvezzo alla terra. Per le cronache, però, è molto di più: un vero e proprio agronomo, il pioniere della coltivazione delle patate in Fontanabuona (e da qui nel genovesato), come recita la targa della piazza a lui dedicata in quei di Roccatagliata di Neirone, dov’era di “stanza”. Oggi diremmo che Don Michele era un influencer, perché pare girasse piazze e paesi a improvvisare dei veri e propri “show cooking” a base di focaccette, polenta e tagliatelle.