Chiavari: testi e testetti del Levante aprono i corsi di cultura genovese


“Ci sono confini amministrativi e ci sono, molto più interessanti, confini culturali”, dice Fabrizio Benente, archeologo e professore ordinario presso l’Università di Genova. È lui a firmare l’apertura della 19° edizione dei corsi di cultura genovese organizzati dall’Associazione “O Castello”. Galeotti sono i testi e i testetti della nostra tradizione, o meglio, specifici di una parte del nostro territorio. Sì perché, caso piuttosto singolare, questa particolare tecnica di cottura per arroventamento scava un solco culturale fra la Valle Fontanabuona e la Valle Sturla da una parte e la Val Graveglia dall’altra; inesistente nelle prime,  la produzione di questi manufatti – velocizzata dall’uso della macina e del tornio – sopravvive ancora oggi nella seconda grazie a Bruno Tassano e al suo laboratorio di Iscioli.

Proprio a Iscioli – e ad Agnola, nel Comune di Carro – ha avuto il via lo studio di queste particolari tracce di civiltà di origine alto-medievale, che l’archeologo Tiziano Mannoni, nel 1965 – quando Hugo Plomteux prendeva la Via della Val Graveglia per consegnare ai posteri la memoria della sua cultura contadina – fece ancora in tempo a documentare, anche ricorrendo all’audiovisivo. Dalle sue ricerche emerge una produzione artigianale pura, interamente manuale, legata ad abilità apprese per via tradizionale e orale; una produzione domestica che prevedeva tecniche di realizzazione diverse da zona a zona.